… il mio bambino ha la testa
che sembra ammaccata! (pag. 2)

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Durante il periodo finale della gestazione, alla nascita o nei primi mesi di vita, le ossa del cranio sono facilmente modellabili e non fuse tra di loro, in conseguenza della presenza di suture o fontanelle: la testa del bambino ha pertanto l’abilità di modellarsi e cambiare forma, come risposta alle forze (stress) cui è sottoposta fisiologicamente nel corso del normale travaglio.

Si può ben capire che eventuali compressioni provocano deformazioni temporanee della testa del neonato, che si manifestano, in genere, subito dopo il parto o si evidenziano in seguito, tardivamente, durante i primi mesi di vita: le distorsioni della testa sono l’effetto della modifica dei rapporti fra le differenti ossa che compongono la teca cranica, che assorbono e disperdono le forze che agiscono nel travaglio, prevenendo possibili danni al cranio del nascituro.

Una volta terminato il parto, in genere, le tensioni rimaste a livello delle articolazioni interposte fra le ossa craniche, tendono a rilasciarsi naturalmente, permettendo alla testa di assumere una forma regolare: talvolta, però, il travaglio può risultare difficoltoso e stressante, con conseguente incapacità del bambino di risolvere completamente gli strain cui sono assoggettate le ossa craniche e le suture che le interconnettono o l’impossibilità di neutralizzare gli effetti stressogeni e distorsivi della nascita.

Il cranio del neonato, dopo il parto, può essere sottoposto a stress meccanici di tipo posizionale, cioè dipendenti sia dalla posizione assunta in utero nel corso della gestazione sia dal contatto del cranio col lettino: queste forze, che influiscono sulle ossa craniche, esercitano una pressione in grado di alterare l’armonia della testa, provocando compressioni soprattutto nella zona posteriore oppure premendo nella zona parietale della testa del neonato, conferendo alla testina del bambino un aspetto “ammaccato“.

Ed ecco che il cranio diventa allungato e stretto e assume una forma a cuneo (scafocefalia), o stretto e alto, a forma di torre (oxicefalia o acrocefalia); il capo può sembrare torto, di aspetto romboidale, con evidenti asimmetrie, come un orecchio in posizione più avanzata rispetto all’altro o un occhio più piccolo dell’altro (plagiocefalia), oppure la testa presenta una sagoma schiacciata, in senso antero-posteriore, e allargata latero-lateralmente (brachicefalia o pachicefalia ), od, infine, avere la fronte rastremata centralmente (trigonocefalia ).

Francesco Gandolfi

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